Ortoressia e bigoressia, i nuovi disturbi del comportamento alimentare
Fino ad oggi pensavate che anoressia e bulimia fossero le uniche forme di disturbi del comportamento alimentare? Purtroppo non è così! Se infatti fino a poco tempo fa si parlava solo di queste due patologie, con il passare del tempo sembrano svilupparsi nuovi disturbi alimentari, meno conosciuti, ma non per questo meno pericolosi, che trovano un picco di esordio tra adolescenti e giovani.
Nuovi disturbi del comportamento alimentare
In particolare, negli ultimi anni hanno avuto grande diffusione due “nuovi” disturbi del comportamento alimentare: l’ortoressia e la bigoressia.
Ortoressia, l’ossessione per il cibo “puro”
Secondo recenti dati diffusi dal Ministero della Salute, oltre 500 mila italiani soffrono di ortoressia, con una netta prevalenza degli uomini.
L’Ortoressia (dal greco “Orthos” che significa giusto, sano, e “orexis” che significa appetito) è un disturbo caratterizzato da un’ossessione patologica per i cibi sani e “puri” , che porta ad importanti restrizioni nella dieta quotidiana. Le persone affette da questo disturbo escludono dalla loro dieta gli alimenti che ritengono essere impuri in quanto contengono erbicidi, pesticidi o sostanze artificiali.
I comportamenti tipici
Per i soggetti affetti da ortoressia la preoccupazione per il cibo diventa il focus centrale dell’intera esistenza. Ecco i comportamenti tipici di un ortoressico:
- dedica molte ore durante il giorno alla ricerca del cibo, allo studio delle sue proprietà nutritive e alla sua preparazione;
- pianifica i pasti con diversi giorni di anticipo, al fine di evitare i cibi ritenuti dannosi;
- quando deve mangiare fuori casa porta con sé una sorta di “kit di sopravvivenza”, non fidandosi della cucina degli altri;
- la trasgressione delle regole gli causa ansia e vergogna;
- spesso associa l’ossessione nei confronti del cibo ad altre forme maniacali, come l’ipocondria, l’ossessione per l’esercizio fisico, per la pulizia, per le cure estetiche, la fobia per i farmaci.
Le conseguenze
L’ortoressico si chiude in un proprio standard fatto di regole precise che spesso deve difendere da chi non le capisce o non le condivide. Ciò lo porta alla perdita delle relazioni sociali (l’ortoressico non più in grado di accettare un invito a cena di amici o al ristorante) e ad insoddisfazioni affettive che, a loro volta, favoriscono la preoccupazione per il cibo. L’ortoressia ha anche gravi conseguenze mediche: l’eliminazione di intere categorie di alimenti può portare avitaminosi, osteoporosi e arteriosclerosi.
Bigoressia, la “fame di grossezza”
Il termine “bigoressia” deriva dall’inglese “big”, grande e dal latino “orex”, appetito, ed è utilizzato per indicare “fame di grossezza”, cioè il desiderio di avere un corpo più muscoloso e più asciutto, a causa dell’ossessione di essere troppo magro. Si tratta di un fenomeno recente, osservato prevalentemente nella popolazione maschile tra i 15 e i 23 anni, soprattutto tra i frequentatori di palestre e appassionati di body-building.
A livello scientifico si usa anche il termine di “anoressia inversa”: mentre l’anoressico si vede troppo grasso e rifiuta il cibo per dimagrire sempre più, il bigoressico si vede troppo esile, e cerca con l’allenamento estremo, un’alimentazione iperproteica, l’abuso di steroidi anabolizzanti, di avere una muscolatura perfetta.
I comportamenti tipici
Il bigoressico:
- Si osserva costantemente e ossessivamente allo specchio.
- Si paragona continuamente agli altri.
- Va nel panico se salta un allenamento o se è costretto a mangiare cibi non proteici (pizza, pasta).
- Assume proteine e anabolizzanti, sprecando quantità di denaro eccessive.
- Trascura la vita sociale e il lavoro per gli allenamenti.
Le conseguenze
Oltre alla compromissione della vita relazionale, sociale e lavorativa, la bigoressia ha gravi conseguenze fisiche. Nel 43% dei casi è in grado di provocare alterazioni metaboliche e problemi cardiovascolari, come pure disturbi psichici quali la depressione. L’assunzione di anabolizzanti in dosi massicce comporta inoltre un rischio di grave compromissione epatica e renale. Gli eccessivi carichi di lavoro in palestra, spesso accompagnati da una inadeguata preparazione atletica di base, possono provocare tendiniti, lombalgie e lesioni muscolari.
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Cristina Caramma