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Guida alla scelta di un maestro di Reiki
Posted On 22 Apr 2016
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Al momento di scegliere un maestro per l’attivazione al reiki si possono avere molti dubbi. Vediamo cosa si può fare.
- Verificare che il maestro possieda il titolo. Prima di tutto occorre sapere che solo un maestro può fornire l’attivazione: questo non è concesso ai seguaci che abbiamo conseguito il primo o il secondo livello. Inoltre non è possibile applicare il reiki senza aver ricevuto l’attivazione. Leggere interi libri sull’argomento e studiare tutte le posizioni illustrate non è sufficiente.
- Nono credere ai maghi. Se qualcuno si vanta di avere grandi poteri e di saper compiere guarigioni miracolose, significa che non conosce veramente l’essenza del reiki. Se infatti non ci consideriamo “canali” attraverso cui fluisce l’energia, non possiamo pretendere di dominarla e dirigerla: noi siamo solo suoi strumenti. E allora non siamo certo noi a compiere le guarigioni. Quanto poi ai miracoli… Alcuni maestri (ma soprattutto certi terapeuti, in particolare dopo il conseguimento del primo livello), si attribuiscono il merito di tutte le guarigioni a cui hanno contribuito. Invece, chi trasmette il reiki è solo uno strumento dell’energia universale. Se poi un maestro consigliasse addirittura di abbandonare le eventuali cure mediche che si stanno eseguendo, garantendo una guarigione assoluta con il reiki, è meglio allontanarsene al più presto; c’è da sospettare che abbia fini diversi da quelli che è augurabile animino un maestro di reiki.
- Diffidare dei maestri che accettano qualunque allievo. Anche se il primo livello di reiki può essere dato a chiunque, lo stesso non vale per il secondo. Si richiede che l’aspirante al secondo livello sia in grado di riceverlo, di avere motivazioni pure e intenzioni rette e di non essere spinto da fini di lucro. Spetta al maestro valutare tutto ciò. Ci sono anche dei tempi da rispettare: sarebbe meglio far trascorrere un minimo di tre mesi fra il conseguimento di primo livello e quello di secondo, e un anno circa tra il secondo livello e il master. Questa però è solo un’indicazione di massima: spetta l maestro giudicare se l’allievo è pronto. Se osserviamo dei bambini, ci accorgeremo che non tutti hanno lo stesso grado di maturità: qualcuno può dimostrarsi più maturo dei suoi anni, qualcuno meno. Non è comunque questione di merito: la mela che matura un giorno più tardi non è meno buona delle altre. Allo stesso modo, un terapeuta reiki può “maturare” (cioè seguire un’evoluzione spirituale) più o meno rapidamente di un altro. Non è difficile per il maestro valutare l’allievo per stabilire se è pronto.
- Ubbidire all’intuito. Se ci si trovasse di fronte alla scelta fra due o tre maestri che sembrano altrettanto validi, allora ci si può affidare al proprio intuito e far ricadere la scelta su quello con cui ci si trova meglio, vuoi perché è più comprensivo, vuoi perché spiega più chiaramente, o anche per altri elementi soggettivi che lo rendono gradevole.
Fonti: Reiki di Giuliana Lomazzi